Mondovi, Italy 2014

ORGANIZER: Attilio Ianniello
CONTACT: poesia.margutte@libero.it

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Il 27 settembre 2014 in più di ottocento città dislocate in oltre cento Paesi (dall’Afghanistan allo Zimbawe) si è tenuto l’evento di poesia globale “100Thousand Poets for Change” (100mila Poeti per il Cambiamento). Si tratta della più grande performance poetica ed artistica di ogni tempo, che coinvolge annualmente migliaia di poeti, musicisti e artisti impegnati per la realizzazione di una società a misura d’uomo dove pace, giustizia sociale, diritti umani siano sempre più attuati e vissuti in profondità.

L’artista Ai Weiwei, attivista cinese per i diritti umani, scrive: «La creatività è il potere di rifiutare il passato, di cambiare lo status quo, e cercare nuovo potenziale. In parole povere, a parte usare la propria immaginazione, la creatività è il potere di agire. Solo attraverso le nostre azioni le nostre aspettative di cambiamento possono diventare realtà, e solo allora la nostra presunta creatività può costruire un nuovo fondamento, e solo allora è possibile far venire fuori la civiltà umana».

Margutte ha aderito alla manifestazione mondiale con il reading “Poesia e Musica per una società pacifica, giusta e accogliente”, tenuto presso la ex Sala di Prima Classe nella Stazione Ferroviaria di Mondovì.

È stata anche l’occasione per affiggere alcuni manifesti che sono rimasti nel cassetto per 36 anni. A quei tempi Gianni Bava e Attilio Ianniello pubblicavano una rivista scritta e illustrata a mano, Poesia nella strada. Ricevevano contributi anche da altre parti d’Italia e nel maggio ’78 arrivò alla loro casella postale una poesia politica, abbastanza tipica al tempo, inviata da Amsterdam da un poeta chiamato Aldo Piromalli. La poesia si intitolava Canzone per la Morte di Giorgiana Masi, una manifestante pacifica uccisa durante una manifestazione indetta dal Partito Radicale a Roma l’anno precedente, il 12 maggio 1977. Nel clima di violenza politica di quegli anni e in seguito a quella che venne chiamata strategia della tensione, fu uno degli omicidi che rimasero impuniti.

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Prontamente Gianni e Attilio fecero della poesia un manifesto, che portarono all’ufficio comunale per il timbro che ne permettesse l’affissione, e programmarono di tappezzare la città il giorno dopo. Era il 9 maggio 1978 e nelle prime ore del pomeriggio veniva ritrovato il corpo di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse dopo un rapimento di 55 giorni. In seguito a questo atto gravissimo e alle misure restrittive imposte dalle forze dell’ordine, andare in giro ad attaccare manifesti sui quali c’era un preciso riferimento «i cecchini della polizia» non era certo una buona idea. Quei manifesti restarono nascosti in casa di Gianni e si persero nei suoi successivi traslochi. Vennero ritrovati per caso qualche mese fa e Margutte decise che era venuto il momento di renderli pubblici.

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Gianni ha raccontato questa storia durante “Poesia e Musica per una società pacifica, giusta e accogliente” dopo che Attilio aveva aperto il reading con la lettura di uno scritto di Giovanni Vannucci, sacerdote e teologo:

«Nelle nostre idee, se sono vive, c’è sempre una forza di rottura e di superamento; se non c’è questa forza, questa ebbrezza, questa libertas, la nostra idea si chiude in un dogmatismo oppressivo e diventiamo duri come gli altri, uomini dagli eterni principi e dagli eterni dogmi, mentre la vita induce in noi una ebbrezza di novità, un desiderio di maggiore bellezza, di orizzonti più vasti.

La libertà è il raggiungere una forma e l’andare oltre: questa misteriosa forza, presente nel nostro essere, ci spinge ad andare sempre oltre.

Questa è la libertà: crescere continuamente nella nostra essenza e nella nostra verità profonda superando tutte quelle chiusure, gabbie, oppressioni che ci deformano e ci rendono duri e incapaci di vivere in mezzo agli altri».

Lorenzo Barberis ha raccontato la storia delle riviste underground monregalesi, tra le quali c’era la già citata Poesia nella strada.

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Il gruppo musicale  NCP, formato da Ruggero Ghiglia, Giuseppe Quattromini e Marco Santullo (voce), ha accompagnato le letture e ha eseguito alcuni dei suoi brani, anche con l’intervento di Giaime Mannias al flauto.

Giuseppe Quattromini ha letto uno stralcio della Canzone per la Morte di Giorgiana Masi e la poesia di Attilio:

Sa di rancido la speranza
dove non c’è traccia di terra
e il mare è cenere
sputo d’incomprensione
mentre la barca annega
nell’agrumato golfo di Sicilia

Sa di rancido il gelato silenzio dell’onda
filo spinato per nomi abbattuti
sui confini di un sempre
antelucano occidente

Cocci di bottiglia sui muri dei giardini
come bandiere di una compassione
imbiancata a calce
mentre s’assemblano cavalli di frisia
e sulla costa i guardiani
spengono i fari

Ancora Giuseppe Quattromini insieme a Silvia Pio ed Elena Griseri hanno dato voce alle poesie tratte dall’antologia In Protest: 150 Poems for Human Rights nella traduzione di Margutte.

Nicola Duberti ha letto La gronda di Franco Fortini

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